giovedì 22 ottobre 2020

5 - Scrittrici Italiane

REGINA DI LUANTO, LA CONTESSA LARA, AMALIA GUGLIELMINETTI, ANNIE VIVANTI: LA NARRATIVA SENTIMENTALE TRA L'OTTOCENTO E IL NOVECENTO


Carolina Invernizio (https://storiadelromanzorosa.blogspot.com/2020/10/4-carolina-invernizio.html) narrava storie di donne destinate a guidare l'uomo verso una consapevolezza morale più elevata, altre scrittrici preferivano parlare d'amore dal punto di vista delle donne fatali e vampiresche, maghe di intrighi erotici-sentimentali e seduzioni...
"Circe", "Salamandra", "Libera!", "Quando avevo un amante", "L'innamorata", "Le vergini folli", "La paura di amare", "Il cuore in gioco", "I volti dell'amore", "Cuore infermo" sono alcuni titoli di questi romanzi caratterizzati da figure femminili lussuriose e corrotte, che trascinano alla perdizione giovani uomini e padri di famiglia.

è la femme fatale, di matrice dannunziana, il tipo letterario che si trova in questi romanzi sentimentali, scritti da Regina di Luanto (ovvero Anna Roti), Donna Paola, Contessa Lara, molto chiacchierate per la loro vita sentimentale, intrigante e tormentata come quella delle loro eroine di carta: per esempio, Regina di Luanto, cioè Anna Roti, si separò dal marito; Contessa Lara venne uccisa da un suo amante, e aveva già visto morire, ferito dal marito, uno dei suoi amanti; Amanda Guglielminetti si legò a Guido Gozzano; Annie Vivanti, figlia di un carbonaro, "zingara e fata emersa dal flutto spumeggiante di emozioni fantastiche", seppe ammaliare un attempato Carducci.

Tutte queste Autrici, che avevano perso facoltosi mariti o non lo avevano mai avuto oppure mantenevano qualche amante, dovevano guadagnarsi da vivere: lo scrivere era diventato, per la donna borghese, uno dei pochi mestieri decorosi e stimato dal punto di vista mondano.

Argomento favorito da queste scrittrici era "il triangolo": nei loro libri, la donna è il personaggio predominante, ma a trionfare è la morale, con la donna voluttuosa (1) destinata ad essere punita (con la morte o la follia, per lei, per lui o per entrambi); gli uomini di questi romanzi vengono sedotti, abbandonati, rovinati, spinti alla morte.
Ci sono disgressioni e particolari "piccanti" ma il finale è sempre impostato al ritorno della morale e della rispettabilità, anche se la trama permette, alle lettrici, una possibilità di evasione e un'occhiata fugace al Proibito.

Tipiche di questi romanzi sono anche le atmosfere esotiche, con arredamenti sontuosi, profumi e oppio, gesti "felini" e capelli "serpentini", la ricerca del Torbido. 
è evidente che alcune vicende descritte in certi particolari si avvicinano alla rievocazione di vicende personali dell'Autrice oppure ai suoi sogni proibiti
Ma, sul finale "capricci e passione fulminee" saranno purgati dalla Sposa Madre:  la donna angelica, asessuata e totalmente passiva. (Nota di Lunaria: che poi è la figura tipica dell'immaginario cristiano, ovvero "la madonna" contrapposta all'"Eva tentatrice")


Nota:

(1) Nobildonne fatue nelle opere della Guglielminetti, cavallerizze appassionate e vendicative ideate da Contessa Lara, le salamandre febbrili di Regina di Luanto, destinate a venir immolate prima del finale, le donne perverse, non belle, ma sensuali, di Annie Vivanti. Curiosamente, però, di tanto in tanto, le scrittrici tentano di legittimare le passioni delle loro eroine, come se fossero solidali con loro, "arrivando ad inglobare la condizione femminile, quasi uno spiraglio aperto sul brutale asservimento che si esplica in regime patriarcale o nel mercato del matrimonio": per esempio, Paolo, il protagonista di "L'Innamorata" di Contessa Lara, morirà in duello per Leona, una diva del circo, ma "a differenza dell'amore gioco, dell'amore piacere, appagamento di vanità di Paolo". 
Si intravede una sorta di comprensione femminile tra scrittrice, personaggi femminili e lettrici, come una sorta di intesa complice tra la lettrice e la scrittrice, tra la scrittrice e la protagonista letteraria, e infine, tra la protagonista del libro e la lettrice.
Queste eroine sono ricalcate su personaggi come Circe, Messalina, Erodiade, Elena o Fosca di Tarchetti oppure donne che furono le protagoniste di celebri processi nell'Italia umbertina come la Contessa Tarnowska.  (Nota di Lunaria: all'elenco, aggiungo anche Wanda, celebrata in "La Venere in Pelliccia" di Sacher-Masoch)
Le donne fatali della Vivanti (che Croce definì "Poetessa del capriccio e della passione fulminea") rientrano nella legione di vergini peccaminose foriere di morte, che incarnano l'Illecito e la Sessualità proibita, e compaiono in tutta la letteratura ottocentesca che ritroviamo nei romanzi di d'Annunzio, di Tarchetti e del primo Verga: è la Donna-Vedova Nera, la Donna-Mantide che divora il maschio, che in rapporto a lei è succubo e passivo; il cannibalismo sessuale è monopolio della Donna-Fiamma, che attira e brucia l'uomo-falena... ma questo "tipo femminile" è funzionale ad una proiezione del Proibito fuori di sé, perché le donne "perbene" devono assolutamente restare fedeli all'unico ruolo che è loro concesso ricoprire: la maternità sacrificale, purificata dalle "scorie sessuali" (Nota di Lunaria: di nuovo, "la figura della madonna", che resta gravida "senza amplesso e senza piacere"). 
Insomma, con la letteratura dell'Orrore, la letteratura Rosa ha in comune la figura della Vampira: "il territorio dell'amore, corroso dal desiderio, su cui scava ed erige impalcature, l'attenzione ossessiva per i fatti del cuore colti in tutte le loro sfumature, seguiti passo passo, drammatizzati, ingigantiti, rimaneggiati, assaporati e, nonostante tutto, incapaci di far esplodere quell'universo chiuso, ovattato ed immobile all'interno del quale essi si svolgono e si giustificano."

Per approfondimenti su questa tematica vedi "La Carne, la Morte e il Diavolo nella Letteratura Romantica"


 

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