giovedì 22 ottobre 2020

7 - Identificazione Lettrice\Eroina, i luoghi

Lo scopo del "romanzo di consumo" è quello di piacere e di divertire attraverso formule collaudate, che soddisfano le aspettative del pubblico; il prodotto, per essere gradito e commerciale, deve sottostare a regole precise, costruito secondo schemi, situazioni e personaggi che ritornano di continuo, da libro a libro.

Nel romanzo Rosa, il primo meccanismo che scatta nella lettrice è quello dell'identificazione: a quale donna non è capitato di sentirsi come Cenerentola, privata dei diritti, gravata di obblighi, esclusa dal piacere?

Non per niente, i romanzi Rosa di una volta erano ambientati nelle casa-prigione e Cenerentola era il simbolo della segregazione domestica.

A Cenerentola toccavano tutte le fatiche domestiche, per garantire il benessere altrui; a lei toccava stare a guardare e servire le spregevoli sorellastre che andavano ad una festa alla quale a lei non era concesso partecipare.

Punti salienti del romanzo Rosa delle origini sono:

1) l'identificazione della lettrice con l'eroina perseguitata da qualcosa che la opprime o la separa dal suo sogno d'amore

2) la possibilità di sognare e di evadere

3) la gratificazione dell'happy end

Tutti questi momenti sono funzionali alla realizzazione del desiderio e alla conferma dell'immagine di sé che alle donne veniva proposta come quella giusta: la casa, il matrimonio, la devozione al marito.

Le eroine dei vecchi romanzi Rosa guidavano le loro lettrici in un percorso circolare, che aveva come punto di partenza e di arrivo la casa: Cenerentola è la sguattera rinchiusa in una casa, è sporca e umile; esce dalla casa riccamente agghindata unicamente per far colpo su un principe che la sposerà riportandola in casa. La narrativa sentimentale era un veicolo di trasmissione dei valori dominanti della sua epoca.

Tanto che se si mettessero a confronto un romanzo sentimentale di fine Ottocento\primi del Novecento con un romanzo Rosa attuale, si vedrebbe tutto il cambiamento di usi e costumi che c'è stato nei rapporti tra maschi e femmine.

Dalla facciata pudibonda dei primi romanzi sentimentali si è passati a narrazioni erotiche sempre più esplicite e a donne che cercano il successo tanto quanto, anzi più, degli uomini. Anche se la conclusione resta sempre quella matrimoniale, spesso con la rinuncia al successo in nome dell'amore.

Nota di Lunaria: Peraltro, anche nel 2021 resta il divario tra "materiale erotico destinato ai maschi" e "materiale erotico destinato alle femmine": laddove il porno pensato per maschi può contenere scene di stupro brutale ("forced sex") anche in quei romanzi Rosa a tinte hard tipici degli ultimi anni (ma non solo, c'era già qualche precedente storico con i romanzi degli anni Ottanta di alcune autrici) dove compare un sesso "preteso con la forza" quasi a confine con lo stupro (quasi, perché non lo diventa mai: in extremis qualche riga sotto dopo aver detto che lui l'ha buttata sul letto e lei era spaventata, arriva il consenso di lei se non verbale, "di intenti" dell'eroina protagonista che "partecipa con qualche sospiro" pur essendo spaventata...) alla fine, in questo tipo di Rosa la violenza erotizzata la si accetta "perché si è innamorate di lui" e si viene portate all'altare prima della fine del romanzo, quindi il fine - essere sposate da lui - si è raggiunto; elementi, cioè "l'amore e il convolare a nozze", che non ci sono nel materiale da forced sex pensato per gli uomini. 

Il divario c'è anche parlando di estetiche: mentre sono diffusi video porno con attrici obese o dall'aspetto anomalo, disabili o anziane (per gli amanti dei vari fetish, da quelli che vogliono la donna paralitica in carrozzina a quelli che si eccitano con le donne anziane), non esistono romanzi Rosa scritti da donne per le donne con protagonisti maschili brutti o obesi; i personaggi maschili sono sempre bellissimi per definizione, e, nel genere "bello e dannato" al massimo hanno "una cicatrice" che non toglie niente alla loro bellezza ma anzi aggiunge un tocco di brivido o sono bellissimi e ricchissimi (nel genere "Billionaire") o "bellissimi e duchi\marchesi\conti\condottieri\cavalieri" (nel genere historical ottocentesco e medievale). 

La cornice paesaggistica dei romanzi Rosa alla Delly\Barbara Cartland è quasi sempre un castello principesco, con misteriosi giardini e foreste che lo circondano, 


mentre Liala predilige le ville, le gite sul lago, le scampagnate in automobile e gli appartamenti lussuosi;  



più urbani gli ambienti dei romanzi di Luciana Peverelli, mentre Milly Dandolo prediligeva scenette bucoliche spesso casette povere dove può trionfare la virtù.


Lo spazio in questo tipo di romanzo Rosa è chiuso, recintato; alla protagonista è interdetto il mondo esterno che resta prerogativa dell'uomo.

A scombussolare i confini sarà, in via eccezionale, qualche passeggiata o fuga nei campi, nelle brughiere, nei boschi, esattamente come le eroine vittoriane riuscivano a sottrarsi alla tutela dei parenti per qualche fugace passeggiata nel bosco.

"Si mise a correre, fuori di sé, non avendo più che un desiderio: fuggire... fuggire lontano da quella dimora maledetta dove già la piccola Mitzi di qualche anno prima aveva tanto sofferto, dove la giovane pura e fiera aveva ora, agli occhi del mondo che giudica soltanto dalle apparenze, perduto l'onore, cioè il tesoro più prezioso della vita, per una donna senza macchia.

Il temporale si avvicinava, ma Mitzi non badava né ai lampi sempre più fitti, né ai nuvoloni cuprei, né ai lunghi rombi di tuoni che scuotevano tutta la pesante atmosfera. Essa correva come una povera bestia inseguita, traversando i giardini, varcando una porticina del parco, e poi dirigendosi verso la foresta, con l'istintiva speranza che laggiù potrebbe nascondersi a tutti gli sguardi, esser sola... per riflettere alla sua terribile desolazione.

La pioggia cominciava a cadere a grosse gocce calde e pesanti... e prima che Mitzi avesse raggiunto la foresta, venne giù un rovescio torrenziale accompagnato da bagliori sfolgoranti. La giovane grondava già tutta, quando finalmente poté ripararsi sotto gli alberi. Ma non se ne accorgeva neppure. Continuava a correre infilando a caso i piccoli sentieri coperti di musco, senza curarsi dei rami che si attaccavano alle sue vesti, che si impigliavano nei suoi capelli... E finalmente spossata, ansante, con gli orecchi che le ronzavano, tutta la persona arsa di febbre, si lasciò cadere per terra, contro il muro in rovina di una vecchia casa da guardia abbandonata" (da "Mitzi" dei Delly) 

A parte le evasioni solitarie, queste protagoniste hanno sempre a fianco un uomo, quando affrontano l'esterno.

Infine, un commento anche agli scenari interni: immancabile è la presenza dello specchio, capace di restituire l'immagine reale ma anche quella ideale: la conferma. "Ogni donna immersa nella sua immagine regna sullo spazio e sul tempo sola sovrana: ha tutti i diritti sugli uomini, sulla fortuna, sulla gloria, sulla volontà", per citare Simone de Beauvoir.


"Ella si fermò in mezzo alla stanza. Più d'uno specchio rifletteva la sua immagine. Si vide snella, flessuosa nella vestaglia di seta bianca a righe d'argento, dalle lunghe pieghe morbide raccolte alla vita in una cintura di velluto turchese. E quasi non si riconobbe più in quella giovane donna dal viso rosso, dagli occhi splendenti, dal sorriso felice. Avvicinatasi a uno scrigno, prese un astuccio e ne tolse l'anello del suo fidanzamento" (da "Mitzi" dei Delly)

"Lalla si piantò davanti allo specchio. Era alta e ben fatta: il corpo snello aveva forme audaci, la pelle era poco scura, i capelli nerissimi, lunghi fino all'omero, il viso di un ovale senza pecche, gli occhi grigi. E quegli occhi grigi erano una malia, erano una stregoneria, che ovunque si posavano rubavano la pace." (Liala)


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